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Le interviste a trecentosessanta gradi

Torna l'appuntamento con la rubrica Aperitivo Con... ospite Faraco

di Salvo Ferrara

Carmine Faraco
Carmine Faraco

Torna l'appuntamento con la rubrica Aperitivo Con..., le nostre interviste a 360 gradi. Oggi vi vogliamo far conoscere meglio uno dei volti noti dello spettacolo italiano. Cabarettista, attore e cantante. Ha preso parte ad alcuni film molto popolari come Ricomincio da tre, I fichissimi, Il tassinaro.

Ha partecipato a trasmissioni di fama nazionale come Colorado Cafè, Made in Sud e Maurizio Costanzo Show. In molti lo ricordano per il personaggio L’uomo dei pecchè. Stiamo parlando dell’artista napoletano Carmine Faraco. Di seguito l’intervista:

Come e quando nasce in Carmine Faraco l’idea e quindi la volontà di immergersi nel mondo dello spettacolo?

L’idea di far questo mestiere è nata quando ero ancora piccolissimo, sette-otto anni. Avevo l’idea di fare l’attore. Io andavo al cinema. Mia madre mi dava 200 lire e portavo mio fratello più piccolo al cinema. Ci andavamo quasi tutti i giorni ed è nato così l’amore per il mondo dello spettacolo. Il cinema è una cosa magica, fantastica e poi a casa mi divertivo ad imitare ed emulare i personaggi e i cowboy, all’epoca dei film western. Piano piano ho iniziato a vedere anche il teatro. A 20 anni ho fatto la scuola di recitazione, non appena finito l’istituto d’arte. Da subito ho cominciato a lavorare. Dopo tre anni mi sono diplomato in una scuola privata, era una buona scuola e mi piaceva andarci. Ci andavo quasi tutti i giorni.

Cosa le piace fare di più?

Sembrerà strano, ma a me piace molto travestirmi al momento in cui devo andare in scena. Anche in uno spettacolo di cabaret io faccio un personaggio, mi devo travestire da rocker e andare sul palco vestito in un certo modo. Ci tengo molto al fisico, vado in palestra. Mi devo presentare bene. Una delle cose più belle è questa. Poi mi piace molto suonare anche se non sono un musicista, però me la cavo abbastanza bene sia a suonare che a cantare. 

Il suo modello di riferimento?

Quando ero ragazzino non avevo un modello, facevo di tutto. Da più grande, invece, mi piaceva molto Massimo Troisi. Era il mio mito. Entrai in una scuola facendo un provino con un monologo suo. Poi, piano piano, mi son piaciuti tutti gli attori americani. Anche i film drammatici di nicchia. Mi piaceva anche qualche film italiano, ma non tanti. Ultimamente stanno uscendo i film d’autore, ma il pubblico apprezza altro, come ad esempio il cinepanettone. 

Come nasce l’Uomo dei Pecché?

Nasce dal fatto che a me piaceva tanto suonare e facevamo un pò di musica fra amici con chitarra e pianoforte. Ogni tanto mi soffermavo sui testi delle canzoni e contemporaneamente facevo già teatro e cabaret. Nasce così un personaggio che prendeva in giro le canzoni. Così abbiamo creato questo tormentone ed è diventato a Colorado l’Uomo dei Pecchè. 

Ci racconta l’episodio più buffo che le è capitato?

Quando giravo Il Tassinaro con Alberto Sordi. Me la ricordo bene questa cosa, perché spesso la racconto. Eravamo in teatro a Cinecittà. Facevamo questa scena nel taxi e dietro scorreva il film, come se il taxi fosse in movimento. Però la scena era ambientata in inverno e noi l’abbiamo girata a luglio. In Teatro lì a luglio è allucinante, con i vestiti addosso di lana e pelle, trucco e tutto. Si sudava. Ogni movimento sudavamo. Io facevo una scena in cui dovevo sputare nello specchietto retrovisore dal quale Alberto Sordi mi guardava mentre guidava. Io facevo questo gesto e sbagliavo, non prendevo la mira. Logicamente venivano a pulirmi il vetro. Tre o quattro volte ho sbagliato. Questo signore robusto arrivava e sudava pure lui. Alla terza volta Alberto Sordi si gira verso di me e mi fa: Ma che è un Cinghiale questo? Ma che animale è?. 

Segui il calcio? C’è un atleta che ti piace maggiormente?

Io sono tifoso del Napoli e lo seguo spesso allo Stadio. L’atleta che mi piace di più è Higuain. Ha carisma e classe. Molto dotato, un giocatore di rara importanza in una squadra. Il fuoriclasse più forte del campionato, sia come tecnica che come trascinatore. E poi il portiere Pepe Reina che giocava due anni fa nel Napoli, poi il Napoli ha avuto problemi col contratto e lui fu ceduto al Bayern Monaco. Ma quando era a Monaco è ritornato 3-4 volte a Napoli, o a festeggiare un compleanno o a visitare la città. Lui è rimasto talmente legato che si è rifatto un’altra volta il contratto. 

Parliamo di cucina. Piatto preferito ed il tuo aperitivo ideale?

Il mio piatto preferito è uno che cucino io ed è molto semplice da fare. Si fa con olive greche e cozze sarde. Ci ho messo dentro di tutto. Si tratta di un primo piatto. Uso di solito le bavette. A me piace molto mangiare. Aperitivo? Molto semplice. O un crodino o un bitter rosso col ghiaccio. 

Giovedì 22 ottobre 2015

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